Biografia di A.v.e.m
A.V.E.M (1932 - ) è una delle vetrerie più antiche di Murano che continua ancora oggi ad essere attiva, ma che ha cessato da anni la sua attività di produzione. Le loro opere rientrano tra le migliori testimonianze dell’Art Nouveau, per quanto riguarda il vetro. E’ il 1932 quando Antonio Ferro e i suoi figli, Egidio Ottone e Galliano Ferro, insieme a Emilio Nason, decidono di fondare l’A.VE.M.(Arte Vetraria Muranese), la vetreria destinata a diventare famosa in Italia e all’estero. Vittorio Zecchin disegnò gran parte dei primi prodotti dell’azienda. Le linee leggere e la gentilezza delle forme erano diventate le caratteristiche principali degli oggetti in quel periodo, come si può notare nei primi bicchieri, fermacarte e centrotavola messi in commercio. L’azienda ha quindi da subito iniziato a partecipare alla Biennale di Venezia e ha avuto la capacità di evolversi costantemente e rapidamente per adeguarsi a quelli che potevano essere i gusti del periodo, utilizzando, ad esempio, vetro pulegoso e su figure a vetro pieno. A partire dal 1939, cominciarono ad essere prodotte opere in cui il vetro veniva impiegato insieme a metalli. Giulio Radi, in quell’anno, diventò direttore artistico dell’azienda e cominciò una ricerca, una sperimentazione approfondita sull’utilizzo di ossidi metallici e sulle reazioni che questi potevano provocare nel vetro. Usando murrine, oro, argento e altri metalli riuscì a realizzare prodotti, con forme molto semplici, capaci di far risaltare la materia stessa dell’opera. Questo suo studio interessantissimo venne interrotto quando, nel 1952, morì prematuramente. Il periodo sotto la direzione artistica di Giulio Radi sarà sempre considerato uno dei più affascinanti dal punto di vista artistico. Non si può parlare di A.VE.M. senza parlare dei famosi vetri “ad anse volanti“. Questi iconici prodotti vennero ideati da Giorgio Ferro e poi presentati alla Biennale del 1952 e influenzarono gran parte delle opere delle arti decorative degli anni Cinquanta. Nel 1955 Galliano Ferro aprì una sua vetreria e lasciò per sempre l’A.VE.M. e in quegli stessi anni collaborarono con l’azienda personalità del calibro del pittore Luigi Scarpa Croce e Anzolo Fuga, già noto nel panorama, per via delle sue opere di vetro policromo esposte alla Biennale. A lui si deve la produzione di pezzi dalle grandi dimensioni con forme asimmetriche, decorazioni astratte, spesso realizzate grazie all’uso di paste policrome e murrine abbinate al vetro lattimo. Il lavoro di Fuga venne spesso accompagnato dall’estro di Luciano Ferro a cui si deve la realizzazione in vetro di figure legate alla commedia dell’arte come Arlecchino e Pantalone.