Biografia di Alessandro Mendini & Marcello Nizzoli
Alessandro Mendini si è laureato presso il Politecnico di Milano e ha iniziato la sua carriera presso lo studio di Marcello Nizzoli, dove ha lavorato fino al 1970. Ha poi diretto le riviste Casabella (1970-1976), Modo (1977-1979) e Domus (1979-1985/2010-2011). Nel 1973 è stato uno dei fondatori di Global Tools, un collettivo che ha partecipato all'esperienza del Radical Design, opponendosi fortemente alla tradizione. Nel 1979 ha co-fondato lo studio Alchimia, con l'obiettivo di creare oggetti ispirati alla cultura popolare e al kitsch, estranei ai parametri di funzionalità legati alla produzione industriale.
Nel 1981 ha partecipato alla prima collezione del gruppo Memphis con il mobile bar futurista Cipriani. Nel 1989 ha aperto l'Atelier Mendini a Milano, dove ha realizzato oggetti, mobili, ambienti, quadri, installazioni ed edifici, collaborando anche come designer e consulente per diverse aziende a livello internazionale. È stato professore di design presso la Universität für angewandte Kunst di Vienna e professore onorario presso la GAFA Guangzhou Academy of Fine Arts in Cina. Ha organizzato diverse mostre e seminari in Italia e all'estero e le sue opere sono esposte in musei di tutto il mondo. Nel 2014 ha ricevuto il suo terzo Premio Compasso d'Oro ADI alla Carriera.
Marcello Nizzoli è stato un designer industriale, architetto e pittore, considerato uno dei più importanti del Novecento italiano. È stato il padre delle famose macchine da scrivere Olivetti, diventando così un simbolo della modernità italiana e della rinascita industriale post-bellica. I suoi oggetti sono stati esposti anche al MOMA di New York. Dopo essersi diplomato all'Istituto d'Arte di Parma, Nizzoli si fece conoscere come pittore e si unì al gruppo Nuove Tendenze, realizzando manifesti pubblicitari per la Campari. Negli anni '30 ha insegnato all'ISIA di Monza e ha preso parte all'allestimento di varie mostre, tra cui la Mostra della Rivoluzione Fascista (1932), la Mostra dell'Aeronautica (1934) e il Salone della Vittoria alla VI Triennale di Milano del 1936.
La sua fama è legata principalmente alla sua collaborazione con Olivetti, dove negli anni '30 ha iniziato a lavorare come pubblicitario e successivamente come designer, realizzando, tra gli altri, la famosa Lettera 22. Parallelamente, ha lavorato come architetto e ha realizzato numerosi edifici, tra cui quelli per la ditta Olivetti. Nel 1966 ha ricevuto il titolo di Laurea Ad Honorem in architettura dal Politecnico di Milano. La Lettera 22 è stata una macchina per scrivere meccanica portatile, uno dei prodotti di maggiore successo dell'Olivetti negli anni '50. Ha ricevuto premi sia in Italia (Compasso d'Oro nel 1954) che all'estero (miglior prodotto di design del secolo secondo l'Illinois Institute of Technology nel 1959) ed è esposta nella collezione permanente di design al Museum of Modern Art di New York.
