Ezio Alzani Quotazioni, valore e valutazione opere

Ezio Alzani nasce ad Albano Laziale (Roma) nel 1941. Nel primo dopoguerra la famiglia si trasferisce al Nord, in un piccolo paese lombardo vicino a Crema, qui ben presto comincia a disegnare fin dall’età della scuola elementare tutto quello che lo circonda e lo affascina: la natura con il succedersi delle stagioni, gli animali nelle stalle o al pascolo, gli uomini piegati nel duro lavoro dei campi, i genitori e i fratelli ritratti nell’intimità del focolare domestico. Leggi la biografia completa

Ezio Alzani nasce ad Albano Laziale (Roma) nel 1941. Nel primo dopoguerra la famiglia si trasferisce al Nord, in un piccolo paese lombardo vicino a Crema, qui ben presto comincia a disegnare fin dall’età della scuola elementare tutto quello che lo circonda e lo affascina: la natura con il succedersi delle stagioni, gli animali nelle stalle o al pascolo, gli uomini piegati nel duro lavoro dei campi, i genitori e i fratelli ritratti nell’intimità del focolare domestico. Vive gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza in un ambiente contadino semplice ma difficile, limitato, fatto di usanze e tradizioni che lasciano poco spazio al “diverso”, dove quello che conta è lavorare, essere onesti e sapersi sacrificare. In questo contesto forma il suo carattere. E cosi’, ricco di quel mondo, quando la famiglia, che nel frattempo è aumentata di altri due figli, si trasferisce alle porte di Milano, approda all’ Accademia di Brera dove si iscrive e frequenta, per un certo periodo, ai corsi dei professori Campestrini e Castellani. Le lunghe ore che trascorre in aula sono una sofferenza, gli mancano gli spazi aperti ma soprattutto avverte il limite del ripetitivo lavoro accademico di copiatura. Decide di abbandonare l’Accademia e continua da autodidatta. Dopo alcune personali a Milano, Bergamo, Pesaro, in seguito alla perdita ravvicinata di entrambi i genitori, attraversa un periodo di crisi in cui lavora tantissimo, ma in disparte dagli ambienti culturali artistici. Il bisogno di superare nell’intimità il disorientamento per il senso di perdita delle proprie radici e di allontanare la sofferenza accumulata durante la malattia dei genitori, lo porta ad elaborare il suo tracciato pittorico che va perdendo, poco alla volta, la rappresentazione formale della realtà per privilegiare la materia come mezzo espressivo essenziale delle proprie emozioni. Quegli anni di intenso studio della pittura, ispirata dall’insegnamento di Courbet e Morlotti, e una tormentata ricerca lo conducono alla consapevolezza della sua matrice informale. È con tale caratteristica che ritorna a esporre le sue opere nel 1998, quarant’anni di attività presentati da Luigi De Santis nella monografia pubblicata per l’occasione per le “Edizioni Bocca”. Da quel momento riprende il suo percorso di artista che diventa “visibile” e le sue opere vengono ricercate e apprezzate da un pubblico di collezionisti e intenditori.