Biografia di Alfredo Beltrame
Alfredo Beltrame è stato un pittore di origine friulana, nato nel 1901 a Lipsia. Nel 1915 torna in Italia con la famiglia e si stabilisce a Milano. Nel 1917 iniziò gli studi artistici all'Accademia di Belle Arti di Brera e, sotto la guida di Ambrogio Alciati, completò i corsi di pittura nel 1923, conseguendo il primo premio. Nel 1924 espone alla mostra "Ritratto femminile" alla Villa Reale di Monza. L'anno successivo viene selezionato dalla Commissione dell'Accademia di Milano per il "Concorso Nazionale Borse Artistiche di Roma". Nello stesso anno espone per la prima volta alla Biennale Nazionale di Brera, e successivamente è presente alle maggiori rassegne regionali e nazionali di Milano, Roma e Venezia. La sua prima mostra personale si tiene nel 1938 presso la galleria parigina "Pe'tride's", e il successo è tale che per Beltrame si aprono le porte del prestigioso "Salon des Tuileries". Dal 1952 al 1968 realizza decorazioni sui transatlantici "Andrea Doria" e "Leonardo Da Vinci", murales e mosaici in edifici pubblici e alcune vetrate di Arte Sacra. Nel 1969 gli viene conferito il premio "Giovanni Eigenmann". Dopo il suo esordio sicuro caratterizzato da una rappresentazione classica che mostra un'emozionante e robusta abilità, Beltrame comprende l'angoscia espressiva dell'accademismo e si rivolge con sicurezza e decisione verso le vie feconde delle avanguardie, che l'artista incontra nei suoi viaggi attraverso l'Europa. È soprattutto nei lunghi soggiorni parigini che assorbe per la prima volta la lezione di Cézanne, che fa del colore l'unico strumento per la costruzione delle forme, restituendo così ai corpi delle cose, degli ambienti e delle figure quel suono tonale che trasfigura i volumi in canto poetico. Ma Beltrame non si sofferma sull'importanza della costruzione cromatica delle sue composizioni. Sente l'urgenza che i soggetti del suo lavoro abbiano un risalto maggiore della piacevolezza del loro aspetto. Beltrame vuole che tutto possa sprigionare il senso poetico dell'esistenza. Capisce come la lezione delle avanguardie (l'espressionismo dei Fauves con qualche traccia di cubismo sintetico) possa vestirsi di quella prepotente esultanza cromatica capace di evocare la vita pulsante sotto la superficie apparente di tutto ciò che è ritratto. Ed è qui che la maestria di Beltrame è sicura e suadente, mostrandoci la capacità della convivenza armonica di toni saturi e decisi che l'artista governa pacatamente, accompagnandoci sui sentieri della seduzione che la pittura può offrirci, quando gliene diamo il tempo per aprire la sua canzone. Ecco allora la vivacità dei paesaggi che sposano l'esuberanza della natura, così come nelle nature morte risuona vivo il tono locale degli oggetti, il tutto a mostrare l'aspetto soave di una festa pittorica. Muore a Milano nel 1996.