Biografia di Franco Brusati
Franco Brusati (1920 - 1993) Laureato in scienze politiche a Ginevra e in giurisprudenza a Milano, dopo un lungo apprendistato di giornalista (lavorò a "Corrente" e a "L'Europeo" di A. Benedetti), nel 1949 Brusati si trasferì a Roma, dove cominciò a lavorare nel cinema come aiuto regista di Renato Castellani, Roberto Rossellini e Mario Camerini e come sceneggiatore per numerosi film. Nel 1955 esordì nella regia con Il padrone sono me!, tratto dal romanzo di Alfredo Panzini, un film di sapore antico che si snoda con grazia accattivante, nascondendo tra le righe significati e allusioni originali. I film di Brusati (fra le prove più interessanti, oltre a Pane e cioccolata, Il disordine, 1962, Tenderly, 1968; I tulipani di Haarlem, 1970; Dimenticare Venezia, 1979, candidato all'Oscar per il migliore film straniero nel 1980), si sviluppano su due immagini-guida: la casa e il viaggio. La casa indica una possibilità già esaurita che si può recuperare solo come nostalgia del passato (Dimenticare Venezia); il viaggio esprime proprio la ricerca di una nuova casa, ancora, forse per sempre, negata (gli emigranti di Pane e cioccolata). Il cinema di Brusati, colto e di respiro europeo, pretese e spesso trovò attori duttili e maturi, tra cui spiccano, oltre a Nino Manfredi interprete di Pane e cioccolata, Vittorio Gassman e Giancarlo Giannini, protagonisti di Lo zio indegno (1989), commedia pervasa da una vena patetica, o Mariangela Melato di Il buon soldato (1982). Attività prolifica fu anche quella di sceneggiatore, che Brusati proseguì per tutti gli anni Sessanta, collaborando a film di rilievo, tra cui Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli (1968), Seduto alla sua destra di Valerio Zurlini (1968), e Il giardino dei Finzi Contini di Vittorio De Sica (1970). Lo stesso avvenne con i copioni teatrali che, a partire dal 1959, Brusati scrisse e mise in scena con una drammaturgia felice, avvalendosi di interpreti di matura esperienza scenica.