Biografia di Radomir Damnjan
Radomir Damnjanović Damnjan (1935 - ) è stato un pittore serbo e artista concettuale. Nato a Mostar nel 1935, laureato in pittura (1957) e ottenuto un master (1959) nella classe del professor Nedeljko Gvozdenović, alla fine degli anni '50 e nel corso degli anni '60 del Novecento si conquista una grande notorietà artistica e un posto storicamente importante nel panorama artistico domestico, prima con i cicli "Sandy Shores" e "Sunken Cities", e poi con opere minimaliste pittura. All'inizio degli anni '70 si è trasferito in Italia, dove ha sviluppato la sua arte nel contesto dei media dell'arte contemporanea (fotografia, video, film, performance) e nello spirito dell'arte concettuale. Negli anni '80 reinterpreta i temi della pittura tradizionale, come gli autoritratti, e introduce la disciplina del "body painting" per iniziare finalmente ad applicare la pittura di superfici dipinte completamente uniformi, che il critico italiano Tommaso Trini chiamò "Macchie, vuoto e pieno". Espone a Kassel nel 1964 alla mostra "Documenta" III e alla VII Biennale di San Paolo. Espone due volte alla Biennale di Venezia nel 1966 e nel 1976, e partecipa anche alla Biennale di Tokyo nel 1967. Vive a Milano dal 1974 e da allora è presente sulla scena culturale italiana. Ha infatti tenuto numerose mostre personali in Italia. Nel 1979 tiene una mostra personale al Padiglione d'Arte di Tubinga e in quell'occasione viene pubblicato il suo libro "Nothing Superfluous in the Human Spirit". Si occupa di pittura, performance, video, cinema e fotografia. Le sue opere sono esposte in molti musei, collezioni pubbliche e collezioni private nel paese e all'estero.