Dino Decca ( Brescia 1935- 1999)Il suo amore per la pittura nasce all’età di 14 anni, quando frequentava le scuole industriali. Erano gli anni del dopoguerra, la sua famiglia era sfollata a Flero e come scrive Luciano Morandini sul «Corriere Lombardo» del 15 maggio 1959, erano i tempi in cui «si recava a far legna nei boschi con un pezzo di pane biscottato in tasca, l’inseparabile taccuino e un mozzicone di matita e tornava a sera con il suo fastelletto di rami secchi e due scarabocchi da mostrare agli amici». Leggi la biografia completa
Dino Decca ( Brescia 1935- 1999)Il suo amore per la pittura nasce all’età di 14 anni, quando frequentava le scuole industriali. Erano gli anni del dopoguerra, la sua famiglia era sfollata a Flero e come scrive Luciano Morandini sul «Corriere Lombardo» del 15 maggio 1959, erano i tempi in cui «si recava a far legna nei boschi con un pezzo di pane biscottato in tasca, l’inseparabile taccuino e un mozzicone di matita e tornava a sera con il suo fastelletto di rami secchi e due scarabocchi da mostrare agli amici». L’esperienza parigina è stata per il pittore una tappa fondamentale della sua professione. Una carriera che, come si diceva, inizia precocemente con alcuni maestri fondamentali come Emilio Pasini, Domenico Lucchetti e il cremonese Emilio Rizzi, prosegue con gli studi all’Istituto superiore d’arte Paolo Tosci di Parma, si affina dal 1959 con l’attività di insegnamento alle scuole medie statali e sfocia tra gli anni Sessanta e Settanta con le mostre, i riconoscimenti, i corsi per l’AAB e la scuola di Flero che il pittore aprì nel 1985 e dove tuttora si porta avanti la sua eredità. Ma i suoi cicli artistici più importanti furono indubbiamente quelli francesi aperti a Parigi nella prestigiosa Galleria Bernheim-Jeune, nel cuore della capitale, in Faobourg Saint Honorè nella primavera del 1972. Decca è applaudito a Parigi e la sua bravura suscita l’interesse di grandi personaggi che cominciano a commissionargli ritratti e a intrattenere relazioni di amicizia e di stima reciproca. Parliamo dei principi d’Orleans, dell’attrice Michele Morgan, del famoso parrucchiere Alexander. Decca nelle sue figure era autentico. Fedele alle linee di un corpo, alle forme di un paesaggio, alle prospettive. Sicuro ed esperto nel tratto, non un pittore d’impulso ma di meditazione, che sapeva pulire, togliere, perfezionare.