Biografia di Gustavo Latis
Gustavo Latis nasce a Milano il 15 giugno 1920.
Le leggi razziali non gli consentono di frequentare l’ultimo anno delle scuole superiori, che è obbligato ad affrontare da privatista. Terminato il liceo classico svolge attività grafica, scenografica e di arti applicate dal 1939 al 1943 lavorando in clandestinità alla Scala come apprendista scenografo e fotografo, e nel 1944 – 1945 si rifugia in Svizzera. Qui condivide il proprio esilio con l’amico e già compagno di scuola Ludovico Magistretti, fuggito dall’Italia in quanto dissidente politico. Non essendo ancora laureato, Gustavo Latis non può, come altri architetti profughi, entrare ufficialmente a far parte del Btr e, a Lugano, per vivere si mantiene inizialmente come bracciante agricolo e poi come correttore di bozze presso una testata giornalistica locale. Riesce comunque ad avere un ruolo attivo all’interno dell’associazione grazie alla possibilità di collaborare con il fratello. Nel luglio 1945 pubblica un proprio articolo, incentrato sulla critica alla concezione classista che ispira la costruzione di molte case e quartieri popolari moderni.
Dopo la guerra inizia gli studi al Politecnico di Milano nell’ottobre del 1945, portandoli a termine in poco meno di tre anni, laureandosi in architettura nel luglio 1948 , con una tesi sulla ristrutturazione e la valorizzazione del Seminario Maggiore, di cui è relatore Piero Portaluppi. Già durante gli anni dell’università ha l’opportunità di collaborare presso lo studio del fratello, interessandosi e talvolta partecipando ai suoi primi importanti lavori; un’esperienza che egli giudica ancora oggi fondativa, quasi più delle nozioni apprese dall’insegnamento universitario. Brevità dell’iter scolastico e precoce immersione nella pratica professionale spingono Gustavo a prediligere gli aspetti concreti del fare architettura. Ciò non significa però disinteresse per le questioni teoriche e in questo senso l’esperienza formativa di Gustavo Latis si concretizza, più che all’interno dell’università, attraverso l’adesione, dal 1946, all’Associazione Libera Studenti Architetti (Alsa), un raggruppamento fondato nello stesso anno, che riunisce studenti laureandi e neolaureati tra i quali angelo Mangiarotti, Alberto Rosselli, Paolo Tilche, Vittorio Borachia e Carlo santi.
L’Alsa offre occasioni di collaborazione con personaggi esterni quali Bruno Zevi, Gillo Dorfles, Giulia Veronesi e resta una tappa fondamentale della maturazione di Gustavo, che fu anche condirettore del comitato che ne curava le pubblicazioni: la nota collana edita da Tamburini, denominata “Studi Monografici d’Architettura” dedicava saggi brevi all’estetica dell’architettura. Nello stesso anno della laurea gustavo Latis si iscrive all’albo degli architetti della Lombardia e dal 1949 inizia a svolgere l’attività professionale, singolarmente e in collaborazione, dedicandosi all’edilizia popolare e privata, a quella industriale, all’urbanistica, all’arredamento e ai lavori di consulenza di estetica industriale presso enti privati. La sua prima esperienza di direzione lavori risale al 1950, con il condominio milanese di via Boccaccio 24.