Biografia di Alberto Lattuada
Alberto Lattuada (1914 - 2005) è stato un regista, sceneggiatore, critico. Figlio del musicista Felice, assiste fin da bambino alle rappresentazioni musicali che si tengono alla Scala di Milano e resta affascinato specialmente dalle reazioni degli spettatori. Si laurea in architettura ma durante gli anni dell'università i suoi interessi si dirigono verso le arti visive. Collabora a diverse riviste scrivendo di letteratura e poesia e durante gli anni Trenta organizza rassegne cinematografiche e si impegna per la conservazione delle vecchie pellicole, altrimenti destinate al macero, fondando la Cineteca Italiana di Milano. Il suo primo contatto con il mondo del cinema avviene nel 1933 quando realizza la scenografia per il cortometraggio "Cuore rivelatore" di Alberto Mondadori. Assecondando la sua passione per il cinema, inizia a recensire i film per "Libro e Moschetto", fonda il periodico "Camminare" e, insieme a Luigi Comencini, entra a far parte del gruppo antifascista che gravita intorno alla rivista "Corrente". Nel 1943 debutta dietro la macchina da presa con "Giacomo l'idealista" di cui scrive anche la sceneggiatura. La sua figura di intellettuale colto e aperto alle suggestioni straniere attraversa la stagione del neorealismo e nel 1946 firma la rilettura del gangster movie americano, "Il bandito". Nel 1950 insieme a Federico Fellini, dirige "Luci del varietà", di cui sono entrambi produttori associati e sceneggiatori. Nel 1951 il suo "Anna" con Silvana Mangano, esce dai confini italiani e viene ampiamente applaudito anche in America. Per tutta la sua carriera, ha diretto o scritto più di quaranta film, è in grado di spaziare attraverso tutti i generi, dagli adattamenti di opere letterarie, ai melodrammi e ai film venati di lieve erotismo. Nel 1994 fa la sua ultima apparizione da attore nel film "Il toro" di Carlo Mazzacurati, interpretando un burbero uomo d'affari. Sempre assistito dalla moglie, dopo una lunga malattia muore nella sua casa di campagna alle porte di Roma.