Biografia di Lina Bo Bardi & Carlo Pagani
Lina Bo e Carlo Pagani si conobbero nel 1939, durante il loro ultimo anno di studi universitari, e divennero amici e colleghi. Dopo aver collaborato brevemente con Ponti, Pagani fondò il suo studio di architettura e Bo iniziò a lavorare con lui quando si trasferì in città. Pagani firmò insieme a Bo molti degli articoli e dei disegni pubblicati su riviste come "Domus", "Aria d'Italia", "Cordelia", "Grazia" e "Stile". Proprio Pagani decise di far lavorare Bo con lui a "Domus", dopo che Gianni Mazzocchi-Bastoni gli affidò la vice-direzione, mentre Melchiorre Bega si trovava bloccato a Bologna a causa degli eventi tragici della guerra. Alla fine di questa esperienza, nel 1945, i due divennero co-curatori della collana dei "Quaderni di Domus", piccoli volumi monografici dedicati all'arredamento dell'abitazione.
Sulle pagine delle riviste sopra citate, oltre agli scritti e ai disegni, furono pubblicati alcuni dei progetti di Bo e Pagani, tra cui spiccano quello per una "Casa sul mare di Sicilia" (Bo, Pagani 1940) e quello per "Un giardino a Tarquinia" pubblicato su "Aria d'Italia" con il tema "La bellezza della vita italiana". La maggior parte di questi progetti non furono realizzati o non erano realizzabili a causa delle ovvie ragioni legate alla continuazione del conflitto, e furono concepiti appositamente per le riviste: quasi un ostinato esercizio di composizione sull'idea di una futura ricostruzione. Tuttavia, vi furono anche rare occasioni in cui i progetti furono realizzati, come la ristrutturazione e l'arredamento di un appartamento a Milano (Ponti 1942) o l'allestimento per la raccolta della lana (Rava 1942, 80), una struttura di tubi metallici, tende e pali decorati, eretta di fronte al Duomo.
Bo e Pagani si stimolavano e supportavano reciprocamente per migliorare il proprio lavoro, seguendo quasi una norma segreta dell'architettura. Dopo l'Armistizio, durante un viaggio di reportage nelle zone colpite dalla guerra insieme a Carlo Pagani e al fotografo Federico Patellani, l'idea di fondare una nuova rivista o un nuovo giornale prese forma. L'incontro decisivo a Roma con Bruno Zevi, appena tornato in Italia dopo l'esilio negli Stati Uniti, portò alla creazione di "A - Attualità, Architettura, Abitazione, Arte", che finalmente vide la luce il 15 febbraio 1946. È stata la stessa Lina Bo a informare Zevi, in una lettera datata 6 luglio 1945, sull'origine e il programma della rivista, che i due fondatori immaginavano come una "piccola utopia" sottratta al "monopolio dei direttori", poiché diretta collegialmente da un comitato direttivo, aperta alla partecipazione del pubblico, dei tecnici, degli specialisti e degli addetti ai lavori e composta (anche) da articoli non firmati.