Biografia di Domenico Mazzoni
Nato a Caneva di Sacile l’8 settembre 1852, M. manifestò, sin da bambino, le proprie inclinazioni artistiche che in famiglia furono incoraggiate dallo zio, il pittore cormonese Giovanni Battista Benardelli, dedito ad una pittura di paesaggio di ispirazione romantica. Dopo aver concluso, nel 1872, gli studi liceali a Udine, M. si iscrisse all’Accademia di belle arti di Venezia che frequentò per un solo anno, risultando, già nel 1873, ammesso alla Scuola di elementi di figura e a quella di prospettiva dell’Accademia di Brera a Milano. Nonostante il suo trasferimento nel capoluogo lombardo, l’artista continuò a mantenere stretti rapporti epistolari con l’ambiente veneziano ed in particolare con Luigi Nono, anch’egli pittore di paesaggio che rimase sempre legato a M. da sentimenti di fraterna amicizia. Nel 1877, verosimilmente al termine degli studi milanesi, insieme a lui e a Pompeo Gherardo Molmenti, il futuro storico e critico dell’arte veneta, M. firmò e datò la piccola tela dal titolo Il Cansiglio (Venezia, Galleria internazionale d’arte moderna di Ca’ Pesaro), opera di piccole dimensioni raffigurante uno scorcio dell’altipiano friulano, dove M. si era recato insieme agli amici alla ricerca di scorci suggestivi da dipingere “en plein air”. Alla stessa epoca, va datato un giovanile Autoritratto (collezione privata) che raffigura l’artista, mentre rivolge spavaldamente al riguardante uno sguardo deciso e sicuro. Rientrato definitivamente a Caneva, M. continuò a dedicarsi alla pittura orientandosi verso i generi del paesaggio e del ritratto che continuò a frequentare nel corso di tutta la sua carriera professionale. Il sodalizio personale e artistico che lo legò a Luigi Nono, ne fece un esponente di quella pittura di macchia che a Venezia era rappresentata dall’amico, ma anche da altri pittori di vaglia come Guglielmo Ciardi e Giacomo Favretto. Accanto alla sperimentazione pittorica, egli si dedicò anche a quella fotografica che influì in modo decisivo nello sviluppo del suo stile espressivo. Nel 1887 partecipò all’Esposizione nazionale tenutasi quell’anno nella città lagunare con alcuni Studi e due tele raffiguranti la Strada del villaggio e un Guado, mentre nel 1897 presenziò alla seconda edizione della Biennale veneziana con Campagna di marzo. A partire dai primi anni del Novecento la sua attività espositiva si concentrò soprattutto in ambito regionale con qualche partecipazione alle mostre della Permanente di Milano e della Società promotrice di belle arti di Torino. La sua presenza, in particolare, si registra all’Esposizione regionale di Udine del 1903 con Pastorale, Notte di luna, Ombre estive e Sera di Novembre e alla I Esposizione degli artisti friulani, organizzata nel 1913 nel capoluogo friulano. A quest’ultimo periodo della sua attività appartiene certamente l’Autoritratto conservato in una collezione privata, dove M. si raffigura ormai anziano, dimostrando di aver pienamente assimilato la lezione del tardo realismo ottocentesco. Sempre avara di indicazioni, la letteratura critica riguardante il pittore è tutt’oggi assai scarna a causa del volontario isolamento in cui il pittore si relegò negli ultimi anni della sua vita, prima di spegnersi a Udine il 30 maggio 1923.