Biografia di Michelotto
Giovanni Michelotti nasce nel 1921 a Torino e, all'età di soli 15 anni, inizia a lavorare come garzone presso gli Stabilimenti Farina, svolgendo il ruolo di apprendista aiutante nel dipartimento di design. Dopo aver sopravvissuto alla guerra, entra a far parte della bottega di Serafino Allemano. Tuttavia, nel 1949 decide di intraprendere la sfida della carriera di designer freelance, aprendo il suo studio di design. La sua prolifica collaborazione con la Carrozzeria Vignale ha portato alla creazione di circa 150 Ferrari, tra cui alcuni capolavori immortali come la 340 Mexico per la Carrera Panamericana del 1952, la 212 Export Spider per i fratelli Marzotto nel 1951 e le linee senza tempo della 250 GT (s/n 0359) per Liliane de Rethy, moglie di Re Leopoldo del Belgio nel 1954. Possiamo anche includere meravigliosi esemplari come la "Demon Rouge" su meccanica Fiat OttoVu, esposta all'Expo di Torino nel 1956. Michelotti è stato probabilmente uno dei designer automobilistici più prolifici, ma soprattutto è stato uno dei primi esempi di designer freelance, che ha scelto di non legarsi a nessun costruttore o carrozziere, esprimendo così liberamente il suo genio creativo. Si narra che all'inizio degli anni '50 abbia rifiutato l'offerta di diventare direttore del Centro Stile General Motors a Detroit per preservare la sua libertà espressiva. La sua libertà è stata espressa in modo straordinariamente prolifico al Salone di Torino del 1954, dove ben 40 anteprime mondiali erano frutto della sua ispirazione. In un'epoca in cui non esisteva alcun aiuto tecnologico e lo stilista aveva a disposizione solo matite, tempere e qualche righello, le vetture che ha lasciato in eredità esaltano la dimensione artistica del personaggio. Il talento, la dedizione al lavoro e la velocità di esecuzione dei progetti erano i punti di forza di Giovanni Michelotti. Si racconta che dopo un briefing con i clienti, li invitasse a prendere un caffè al bar più vicino e, al loro ritorno, avesse già pronto uno schizzo della vettura richiesta. Probabilmente solo il suo carattere riservato gli ha impedito di ricevere, all'epoca, i riconoscimenti che meritava, ma con il passare degli anni e l'evoluzione del ruolo del designer, questi gli sono stati meritatamente attribuiti.
