ASTA 242 ARTE ANTICA E DELL' OTTOCENTO
Lotto 293
L’opera è accompagnata da parere scritto di Andrea Emiliani e Mina Gregori.
L'opera raffigura la scena in cui Paride conduce alla sua nave Elena, dando inizio così alla decennale guerra che portò alla distruzione di Troia.
La citazione omerica è rievocata con una capacità di narrazione attualizzata nei costumi, aggiornata al tempo del pittore. Si noti la grazia con cui le figure avanzano quasi con passo di danza, al pari dei soldati che stanno dirigendosi verso la nave. Si riconosce il Tiarini nella colorata, accentuata caratterizzazione del tema che, se qui ricorda la sua formazione fiorentina, nel viso di Elena riporta ai modi di Ludovico Carracci. Il formato del dipinto che appare ancora originale non può esser stato altro che un pannello decorativo e più probabilmente una sovrapporta.
Mina Gregori ed Andrea Emilani concordano nell’individuare il presente dipinto in una delle due sovrapporte citate da Malvasia nella vita di Tiarini contenuta nella Felsina Pittrice. Le opere viste presso il “Palagio Barberini al monte di Pietà” sono così descritte: "Il Paride che conduce Elena alla nave e la Didone al rogo, figure picciole ma galanti”.
Dall'ultimo soggiorno romano dello scrittore si può dedurre che l'opera è stata conclusa entro il 1647.
Bibliografia di riferimento: Carlo Cesare Malvasia, Felsina pittrice: vite de pittori bolognesi, Ancona 1840-44, p. 142.
Base d'asta: € 15.000,00
Stima: € 15.000,00 - 30.000,00
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