ASTA 263 - ARTE ANTICA E DEL XIX SECOLO
Lotto 337
Provenienza
Collezione Ricci, prima del 1909.
Casa di vendite S. Innocenti, Vendita Ricci 15/27 marzo 1909, lotto n 310
Collezione Faldella fino al 1974.
Bibliografia
Galleria Enrico Frascione, "Immaginifico viaggio dipinto in sette quadri e una miniatura attraverso l'Italia XV-XX secolo", p. 16.
Riferimento fototeca Zeri n 17504
Scheda di Nicoletta Pons.
La tavola è documentata nella Collezione Ricci a Roma nel 1909, anno in cui fu posta in vendita insieme ad altri quadri della medesima raccolta ed assegnata ad Anonimo fiorentino del XV secolo. Con tale provenienza è catalogata nella nostra Fototeca Zeri, con l'attribuzione a Girolamo di Benvenuto. Tale riferimento trova conferma nei precisi confronti con opere di analogo soggetto del pittore, in quel filone di produzione devota che è ben rintracciabile nella multiforme attività di Girolamo. Pittore anche di deschi da parto, pale d'altare e affreschi, Girolamo si formò nella bottega del padre, Benvenuto di Giovanni, figura di primo piano nella Siena di fine Quattrocento.
La natività qui riprodotta è accostabile a quella di Montalcino riferita alla medesima mano, che reca gli analoghi motivi classicheggianti dell'edificio, ma soprattutto alla tavola omologa della Pinacoteca di Siena, simile anche nelle dimensioni. Il gruppo sacro, infatti, è quasi sovrapponibile a quello della tavola in esame, pure nella rigida posizione del Bambino, e anche le "mani dalle lunghe dita, falangi e polpastrelli indicati ad uno ad uno con uniformità apertamente intenzionale, voluta" sono della medesima fattura. Il soggetto, che richiama anche le composizioni di Pietro di Domenico nella Pinacoteca di Siena, testimonia la fortuna in terra senese della "Adorazione Sassetti" del Ghirlandaio, artista introdotto a Siena grazie ai gusti filo fiorentini del banchier Ambrogio Spannocchi. Analogie stringenti si possono rintracciare anche con la Natività di Girolamo conservata presso il Monte dei Paschi di Siena, in particolare nella composizione e nel paesaggio di gusto nordico, con la strada tortuosa che si apre in sfondi marini mentre in lontananza l'alba mattutina "irradia il paesaggio con luce soffusa, simboleggiando l'avvento di una nuova era per tutta l'umanità". Caratteristico anche il motivo dei rampicanti sulle rovine, dipinti in entrambi i casi con una pittura minuta, in punta di pennello. E analogo è il gusto fiabesco, che evoca l'atmosfera un po' incantata, ingenua e gradevole di queste immagini mariane, evidente anche nel "fumetto" con la colomba dello Spirito Santo, quasi una sigla nelle scene di Natività dell'artista. Ma l'opera che meglio fornisce un preciso riferimento cronologico alla Natività è la tavoletta, di analoghe dimensioni, della Collezione Salini raffigurante la Madonna col Bambino, San Girolamo e santa martire, correttamente da Angelini collocata in un tempo appena posteriore alla Pala Sozzini della Pinacoteca senese, e quindi intorno al 1510. Se La Madonna della tavola Salini è sorella della Vergine del dipinto qui rappresentato, nell'ovale del volto ma anche nel modo di marcare le sopracciglia e di eseguire le ciglia, il San Gerolamo è fratello invece del San Giuseppe, nella ruga che solca il viso e nelle barbe, eseguite con larghe pennellate giustapposte; e infine identiche appaiono le nuvole spumose e le aureole puntinate indicando per la Natività una cronologia assai prossima all'opera della Collezione Salini. In questa fase riscontriamo nel pittore senese "un addolcimento del tratto", qualità che fa di lui un artista "raffinato e sottile", ormai ben lontano dall'espressività paterna.
Base d'asta: € 40.000,00
Stima: € 40.000,00 - 60.000,00
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