L'opera è accompagnata dalla scheda a cura di Mina Gregori. Verrà rilasciata una copia certificata della scheda.

Queste tre pergamene hanno la stessa provenienza ed è probabile che, nonostante la piccola differenza di misure, fossero destinate a una serie, secondo una consuetudine che si riscontra nell'opera di Giovanna Garzoni.
Sulla terza opera, insieme al numero 133, quasi certamente riferibile all'antica collezione dove era conservata, leggiamo il nome della pittrice ascolana sulla tavola a cui è applicata la pergamena con "Pere e farfalla". Si tratta di una scritta antica e perciò molto autorevole anche se probabilmente non è la sua firma.
Le tre pergamene sono avvicinabili alle opere note di Giovanna Garzoni per la disposizione dei frutti, l'evidenza con cui sono rappresentati i picciuoli e il carattere delle basi d'appoggio.
Le sfumature di colore con cui sono dipinti i frutti e le foglie, delineate con estrema cura e variate in ragione della luce, fanno pensare che queste operette siano di mano della Garzoni, secondo quanto indicato nella scritta al verso di una di esse. Riscontri con alcuni esempi della serie di venti pergamene appartenente alla Galleria Palatina si notano anche nel piatto di maiolica sbrecciato del quadretto con le pesche. In particolare esso corrisponde a quello che si vede nel "piatto con pesche e sul piano un cetriolo" della serie Palatina, dove anche i frutti sono disposti in modo molto simile.
La costruzione delle composizioni presenta una semplicità che fa pensare, se autografe della Garzoni come indica la scritta citata, che si tratti di opere giovanili. Forse un giorno si potrà chiarire questo quesito e riferire con maggiore sicurezza queste importanti pergamene alla pittrice ascolana.