Provenienza: Collezione Virginia Giacometti, Italia.

Pubblicazione: Plamena Dimitrova Racheva, Boris Georgiev of Varna, Ed. Kibea, p. 76 e 132.

Durante il suo soggiorno in India, Boris Georgiev creò una galleria di ritratti di persone comuni. Con la sua profonda intuizione, la sua arte divenne il mezzo per rivelare la psicologia di questi individui umili e spiritualmente ricchi. Ha lavorato "dalla vita" e di solito ha applicato la tecnica "più modesta": disegno a matite a colori o sanguigne ex tempore. In seguito dipinse alcuni dei ritratti, usando la sua caratteristica tecnica dell'affresco, ma su legno o pannelli di fibra invece che sulle pareti. Ha realizzato una complessa e interessante combinazione di pitture e base per l'affresco a secco, da utilizzare nel cosiddetto "affresco bagnato". Come gli antichi maestri e artisti dell'Oriente, dipingeva con pigmenti minerali o di terra, minerali in polvere e pietre semi-preziose. I suoi dipinti acquisirono così il bagliore nobile e duraturo delle pitture naturali e dai colori ineguagliabili.
Questo antico principio è stato applicato dal Lamaists e buddisti per i loro libri sacri. Per le lettere e la decorazione, hanno usato pigmenti fatti di sette componenti: oro, argento, ferro, rame, perla, smeraldo e rubino. Hanno anche utilizzato una base in plastica nei libri, a volte con la tecnica del bassorilievo per le copertine e anche per alcune delle pagine illustrate.
Uno strumento tradizionale indiano, il vina è solitamente utilizzato per l'esecuzione di melodie popolari in India. Esprime autenticamente le emozioni più profonde dell'indiano. Boris Georgiev era unico nella sua capacità di incarnare la musica nelle linee del suo disegno, di esprimere il mistero della nobile spiritualità e di condurre lo spettatore in profonda contemplazione.
Esiste anche una seconda versione di questo ritratto, eseguito con la stessa tecnica e misura 52x42 cm, che non è mai stato esposto.