Falisca Ars Quotazioni, valore e valutazione opere

Nel 1909 Agostino Colonnelli fonda a Civita Castellana, in Provincia di Viterbo, nei magazzini del palazzo di famiglia, in piazza del Campo (oggi piazza Giacomo Matteotti), la manifattura per la produzione di ceramiche artistiche "Falisca Ars".
Già nel primo anno di attività la piccola manifattura presenta una scultura di terracotta dal titolo "Acquaiola" alla mostra tenuta al Campidoglio di Roma, ottenendo un primo premio.
Nel 1910 entra in società, con la carica di presidente, Ernesto Natali, il nome della ditta viene modificato in "Neo Falisca Ars" e Agostino Colonnelli assume la carica di direttore commerciale.
Negli anni successivi la manifattura entra in contatto con Duilio Cambellotti, che spesso si reca a Civita Castellana per insegnare presso la Scuola Ceramica della città.
Lo stesso Cambellotti e alcuni artisti della sua cerchia, tra cui Virgilio Retrosi e Roberto Rosati, aprono un rapporto di stretta collaborazione con la manifattura alle cui dipendenze lavora anche il foggiatore Eugenio Tarantelli.
Nel 1915, sciolta la società con Ernesto Natali, Agostino Colonnelli cede la proprietà e rimane nella fabbrica, che ormai conta 27 operai, come direttore commerciale e viene ripristinato l'originario nome di "Falisca Ars".
Nello stesso anno inizia a collaborare con la ditta il ceramista Carlo Guerrieri che dieci anni dopo, nel 1925, assume l'incarico di amministratore delegato.
Nel 1920 il Colonnelli fonda il "S.I.A.I." (Sindacato Industrie Artistiche Italiane) che riunisce alcune imprese di artigianato artistico operanti in diversi settori tra cui quello ceramico.
Al sindacato aderiscono, per tramite di Cambellotti, alcuni ceramisti di ambito romano tra cui Lorenzo Cozza,a cui viene affidata anche la direzione della "Neo Falisca Ars", i fratelli Romeo, Oreste, Paolo e Vincenzo Borzelli e Alfredo Biagini i quali marcano i loro prodotti con il marchio del sindacato spesso accompagnato dalla dicitura "pezzo singolo".
Il Sindacato cessa la sua attività nel 1923 e Agostino Colonnelli torna alla sua "Falisca Ars" e alle sue altre molteplici attività di imprenditore vulcanico.
Alcune rare ceramiche di questo periodo sono marcate semplicemente "F"
Nel 1928 la "Falisca Ars" espone alla Fiera Campionaria di Milano.
Nel 1936, a causa delle notevoli difficoltà economiche la ditta viene rilevata da Carlo Guerrieri e Adolfo Brunelli e inglobata nella fabbrica di ceramiche "F.A.C.I." di Civita Castellana.
Nella produzione della manifattura sono da ricordare alcuni vasi e soprammobili in stile liberty caratterizzati da un rivestimento ad imitazione dell'argento.
In tempi recentissimi i discendenti del Colonnelli, Alberto e Luca Mozzi Galiani, hanno ripreso la produzione sotto il marchi "Falisca Ars" e "Neo Falisca Ars". Leggi la biografia completa

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Biografia di Falisca Ars

Nel 1909 Agostino Colonnelli fonda a Civita Castellana, in Provincia di Viterbo, nei magazzini del palazzo di famiglia, in piazza del Campo (oggi piazza Giacomo Matteotti), la manifattura per la produzione di ceramiche artistiche "Falisca Ars".
Già nel primo anno di attività la piccola manifattura presenta una scultura di terracotta dal titolo "Acquaiola" alla mostra tenuta al Campidoglio di Roma, ottenendo un primo premio.
Nel 1910 entra in società, con la carica di presidente, Ernesto Natali, il nome della ditta viene modificato in "Neo Falisca Ars" e Agostino Colonnelli assume la carica di direttore commerciale.
Negli anni successivi la manifattura entra in contatto con 
Duilio Cambellotti, che spesso si reca a Civita Castellana per insegnare presso la Scuola Ceramica della città.
Lo stesso Cambellotti e alcuni artisti della sua cerchia, tra cui 
Virgilio Retrosi e Roberto Rosati, aprono un rapporto di stretta collaborazione con la manifattura alle cui dipendenze lavora anche il foggiatore Eugenio Tarantelli.
Nel 1915, sciolta la società con Ernesto Natali, Agostino Colonnelli cede la proprietà e rimane nella fabbrica, che ormai conta 27 operai, come direttore commerciale e viene ripristinato l'originario nome di "Falisca Ars".
Nello stesso anno inizia a collaborare con la ditta il ceramista 
Carlo Guerrieri che dieci anni dopo, nel 1925, assume l'incarico di amministratore delegato.
Nel 1920 il Colonnelli fonda il "S.I.A.I." (Sindacato Industrie Artistiche Italiane) che riunisce alcune imprese di artigianato artistico operanti in diversi settori tra cui quello ceramico.
Al sindacato aderiscono, per tramite di Cambellotti, alcuni ceramisti di ambito romano tra cui 
Lorenzo Cozza,a cui viene affidata anche la direzione della "Neo Falisca Ars", i fratelli Romeo, Oreste, Paolo e Vincenzo Borzelli e Alfredo Biagini i quali marcano i loro prodotti con il marchio del sindacato spesso accompagnato dalla dicitura "pezzo singolo".
Il Sindacato cessa la sua attività nel 1923 e Agostino Colonnelli torna alla sua "Falisca Ars" e alle sue altre molteplici attività di imprenditore vulcanico.
Alcune rare ceramiche di questo periodo sono marcate semplicemente "F"
Nel 1928 la "Falisca Ars" espone alla Fiera Campionaria di Milano.
Nel 1936, a causa delle notevoli difficoltà economiche la ditta viene rilevata da Carlo Guerrieri e 
Adolfo Brunelli e inglobata nella fabbrica di ceramiche "F.A.C.I." di Civita Castellana.
Nella produzione della manifattura sono da ricordare alcuni vasi e soprammobili in stile liberty caratterizzati da un rivestimento ad imitazione dell'argento.
In tempi recentissimi i discendenti del Colonnelli, Alberto e Luca Mozzi Galiani, hanno ripreso la produzione sotto il marchi "Falisca Ars" e "Neo Falisca Ars".

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